Spartito 2023
100% Sauvignon Blanc, il più affascinante ma anche il più difficile dei vitigni bianchi. Per chi ama vini ricchi di profumi e di grande stoffa: da bere come si legge uno spartito di grande musica.
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100% Sauvignon Blanc, il più affascinante ma anche il più difficile dei vitigni bianchi. Per chi ama vini ricchi di profumi e di grande stoffa: da bere come si legge uno spartito di grande musica.
Uno Chardonnay di grande struttura e mineralità, complesso, da bere anche fra qualche anno. Capace di reggere anche i piatti più saporiti, grazie alla vinificazione in barrique e al lungo affinamento in bottiglia. Uno Chardonnay di stile borgognone, per chi ama la profondità del gusto.
L’autentico vinsanto del Chianti Classico, né troppo secco né troppo dolce. Fatto nel rispetto più rigoroso della tradizione, con i grappoli di Malvasia bianca e di poco Trebbiano fatti appassire appesi, in ambiente areato, e non sui cannicci. E poi in caratelli che hanno madri di 20-30 anni.
Il segreto delle grandi grappe sta nella qualità delle vinacce e nella rapidità con cui queste vengono distillate, perché così conservano tutti gli aromi e tutta la morbidezza della grande uva. La Grappa di Castellare è fatta con vinacce di Sangioveto, portate a vinificazione nel giro di 36 ore, mantenendo così la freschezza dei profumi e le note tipiche del vitigno. Il risultato è un distillato di incomparabile finezza, straordinario per purezza e qualità.
A differenza del vino che con il tempo in genere migliora, l’olio d’oliva extravergine dà il meglio di sé appena franto. Per questo, per sottolineare questa caratteristica, Castellare ha brevettato il nome L’Olionovo, l’espressione autentica con cui i contadini definiscono l’olio appena esce dal frantoio. Verde intenso, piccante quanto basta a renderlo vivo e gradevole al palato.
Quando il vino va a male diventa aceto. L’Aceto di Castellare, al contrario, è fatto a partire dal miglior vino, selezionato da palati esperti, e prodotto seguendo il metodo più raffinato, quello dei trucioli. Una sfida all’inverso per sconfiggere gli aceti sintetici. Un aceto naturale, non aromatizzato, che anche nel colore invoglia a usarlo per condire qualsiasi pietanza o contorno.
Solo vitigni autoctoni, senza Cabernet né Merlot, per mantenere la formula più tipica del più famoso dei vini italiani, senza correre dietro alla moda che, usando anche vini del Sud fa diventare scuro il bellissimo rosso rubino del Sangioveto. Un vino che ricerca, con la tipicità, la massima eleganza.
Creato in omaggio ai butteri che restano il simbolo della terra di Maremma, forte ed elegante allo stesso tempo. L’Ornello (dal nome del legno), è il lungo bastone appuntito, con il quale viene mosso ancora oggi il bestiame. Si caratterizza per una percentuale consistente di uve Syrah che lo rendono molto pieno e ricco, mantenendo tuttavia l’eleganza e la freschezza tipica dei vini di Rocca di Frassinello.
La seconda etichetta di Rocca di Frassinello. Un vino di grande stoffa, in cui il Sangioveto e i vitigni internazionali, Cabernet e Merlot, si fondono per realizzare un grande vino italo-francese. Alla sua 5° vendemmia era già nella TOP 100 di Wine Spectator.
La prima etichetta, le grand vin secondo la classificazione bordolese, espressione massima del progetto italo-francese. Un vino riuscito ai vertici massimi fin dalla prima vendemmia, quella del 2004. Un vino da grande competizione, secondo Christian Le Sommer, l’enologo di Les Domaines Baron de Rothschild-Lafite, che lo ha realizzato insieme ad Alessandro Cellai.
I Sodi di S. Niccolò è il Grand Cru di Castellare di Castellina, tra i primi storici Supertuscan realizzato esclusivamente con vitigni autoctoni: 85% di Sangioveto e 15% di Malvasia Nera. L’origine del nome deriva dalla parola usata dai contadini toscani per descrivere quei terreni che dovevano essere lavorati a mano, essendo troppo duri (appunto sodi) o troppo ripidi per permettere l’impiego dei buoi. San Niccolò, invece, è il nome della Chiesa del 1300 che sorge nella proprietà di Castellare intorno a cui si trovano alcuni dei vigneti più vocati. In etichetta, l’iconico uccellino, presente da sempre sui vini rossi di Castellare, simbolo dell’impegno quotidiano per una viticoltura sostenibile che l’azienda porta avanti da oltre 40 anni.
La Toscana si è scoperta terra eccezionale per il Merlot con vini primi assoluti nel mondo, come Masseto. Questo Merlot in purezza di Castellare, grazie alla posizione speciale della vigna, ha una personalità rara da riscontrare anche nei migliori Merlot internazionali. Fin dalla prima annata è stato definito un monumento al vino di eccellenza.